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PER NOI, E' LO SPAZIO

Di solito c'è l'infinito e c'è l'eternità.

Di solito non c'è niente, perché se c'è l'infinito non c'è lo spazio, se c'è l'eternità, non c'è il tempo.

Cioè di solito non c'è niente.

Poi uno inventa lo spazio.

Come lo inventa, questa è una cosa che, tanto, all'architetto non interessa. È meglio che l'architetto non si mette a fare filosofia: questo è sconveniente e i filosofi si potrebbero offendere. Si dice solo che uno, poi, inventa lo spazio.

Inventare uno spazio significa creare la materia, dare una larghezza, una profondità, un'altezza. Questi sono elementi puri che fanno uno spazio.

[...]

Il mondo può essere di spazio, cioè di luce, e io posso ritrovarmi uomo nel mondo tutto di spazio. Lo spazio, è quello che è astrattamente, è come il colpo sul tamburo: un suono qualunque che sta fermo. Prendere lo spazio e dividerlo, ordinarlo mettergli silenzi grigi in mezzo e cascate di luce, tagliarlo con i neri e fargli i buchi profondi, farlo volare o farlo pesare: ogni acrobazia posso fare con lo spazio come i musicisti col suono.

Per qualcuno può essere lo spazio 

Ettore Sottsass

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